Morti per amianto
Si allunga la lista nera
Si allunga la lista nera delle morti per amianto nell'ex Breda: a breve potrebbero aprirsi nuovi procedimenti penali. Michele Michelino, che guida il Comitato di protesta, fa il tragico bilancio: "Quota 100 scomparsi"
Amianto
Sesto San Giovanni, 28 ottobre 2010 – Da una parte i controlli sanitari, dall’altra i procedimenti che si potrebbero aprire a breve. In mezzo un altro ex bredino scomparso nei giorni scorsi, che fa allungare quella lista nera iniziata nel 1992 con il primo morto d’amianto: Franco Camporeale, mancato a 45 anni. Michele Michelino, portavoce del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e del territorio, è davvero stanco di continuare a fare la conta dei compagni che non ci sono più.
«Ormai siamo arrivati a quota cento persone scomparse. Ogni anno siamo sempre meno». I vivi, intanto, proprio in questi giorni stanno continuando la sorveglianza sanitaria: esami e controlli presso la clinica del lavoro a Milano. «Il nostro gruppo è diventato un punto di riferimento non solo per gli ex operai della Breda, ma anche per quelli di altri stabilimenti, come l’Ansaldo o la Marelli — spiega Michelino —. Stiamo discutendo in questi giorni, perché vogliamo portare una proposta all’Asl per chiedere di estendere i controlli sanitari anche ai familiari più stretti dei lavoratori. Sono molte, infatti, le moglie ammalate, che hanno respirato l’amianto e le altre sostanze cancerogene solo per aver lavato le tute blu dei mariti».
Al centro del Comitato sestese in via Magenta, che raccoglie quasi 500 tesserati, vanno intanto avanti le iniziative di prevenzione primaria, realizzate con la collaborazione di Giancarlo Ugazio, medico, professore all’Università degli Studi di Torino e fondatore del Gruppo di ricerca per la prevenzione della patologia ambientale. Insieme alle altre associazioni sparse sul territorio nazionale, il Comitato continua poi a chiedere l’attivazione del Fondo Vittime d’Amianto, previsto dalla finanziaria 2007 ma ancora sguarnito di decreto attuativo. «Dovevano farlo in 90 giorni, sono passati tre anni e ancora aspettiamo — chiosa Michelino —. È una vergogna, perché si sta parlando della salute sui luoghi di lavoro. Erano stati messi a disposizione 50 milioni di euro, ma quei fondi sono tutti bloccati».
Sul fronte penale, invece, potrebbero aprirsi a breve dei procedimenti che vedono protagonisti due ex bredini ancora viventi. Entrambi ex saldatori sotto i sessant’anni - lavoravano uno al reparto Forgia e l’altro al reparto Aste leggere - l’Inail ha riconosciuto loro la malattia dovuta all’esposizione all’amianto. Il primo è stato operato per un carcinoma polmonare, l’altro invece è affetto da morbo di Parkinson dovuto al manganese. «C’è un’inchiesta ancora in corso. Il Gip ha chiesto un supplemento di indagine, ma crediamo che si andrà a processo» commenta il portavoce sestese. Un mese fa cinque deputati avevano interrogato il ministro del Lavoro per avere notizie sui processi Breda e su quelli che hanno al centro altre fabbriche italiane. «Non c’è stata ancora nessuna risposta. Ovviamente restiamo in ascolto anche noi».
di Laura Lana
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