Mi chiamo Erion, ho 30 anni, sono un sopravvissuto dell’Eureco.
Ho una figlia di 7 mesi, quando è avvenuto l’incidente mia figlia aveva solo 40 giorni. Il 40% del mio corpo è andato bruciato in quel terribile e maledetto pomeriggio: la faccia, la schiena, le
gambe.
Ho vissuto dei momenti angoscianti, in pochi secondi un’esplosione enorme ha coinvolto parecchi operai, miei colleghi, miei amici.
Sono sopravvissuto, ma ho trascorso un mese da incubo in ospedale, con mia moglie che veniva tutti i giorni a piedi da Limbiate al Niguarda.
Con la neve, con il freddo e con la mia bimba neonata.
Oggi posso ringraziare il sindaco di Limbiate perché mi è venuto incontro
dandomi una casa, che arriverà a giorni, e ha spinto perché mi venissero
pagati 3 mesi d’affitto della casa in cui vivo ancora oggi.
I miei due amici e colleghi qui presenti, Ferit e Shuli, sono anche loro
sopravvissuti Eureco. Loro abitano qui a Paderno, anche loro hanno figli e
sanno cosa significa vedere quello che abbiamo visto.
Ci ritroviamo oggi, a mesi di distanza, a vivere altri drammi. Drammi nei
drammi.
Perché oggi non abbiamo un lavoro. Non abbiamo più soldi per pagare
l’affitto della casa, non riusciamo a vivere una vita dignitosa, non
possiamo più permetterci nulla, nemmeno comprare delle scarpe per i
nostri figli.
Siamo arrivati dall’Albania per lavorare e abbiamo sempre lavorato.
Eppure ciò che succede è che persone uguali, lavoratori uguali, esseri
umani uguali, vengono trattati diversamente.
Noi non abbiamo diritto a niente, non abbiamo cassa integrazione, non abbiamo sussidi di disoccupazione, non abbiamo contratti di solidarietà.
Siamo stati lasciati soli, con i nostri problemi quotidiani di sopravvivenza.
Oltre alla questione della salute e della perdita della dignità per non avere
più un soldo in tasca, ciò che ancora ci ferisce e lascia l’amaro in bocca è
di dover aspettare per chissà quanto tempo che giustizia verrà fatta.
Ma noisperiamo e preghiamo che giustizia verrà fatta.
Ma soprattutto speriamo e preghiamo che questa nostra tragedia non sia
stata inutile, che possa insegnare a tutti che la sicurezza e la salute sul
posto di lavoro sono un diritto inalienabile di tutti i lavoratori.
Non dimenticatevi di noi e del caso Eureco.
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