Eternit, Sesto sta con la procura "E ora crolli il muro di omertà"
L'ex bredino Michele Michelino, portavoce del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, commenta la sentenza del processo torinese: 20 anni per i vertici di Eternit.
di Valentina Bertuccio D'Angelo
Sesto San Giovanni, 6 luglio 2011 - Una vittoria dei lavoratori, dei loro familiari, di chi ha lottato, della gente. Non ha dubbi Michele Michelino, portavoce del Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro: quei 20 anni di carcere chiesti a Torino per i vertici dell’Eternit sono, non solo una splendida notizia, ma anche «il risultato della mobilitazione delle persone, delle associazioni, delle vittime e dei loro parenti».
Prima reazione a caldo?
«Certamente siamo molto soddisfatti, perché è
stato accolto anche l’elemento del dolo, cosa che ha permesso di alzare la pena richiesta dal Pm fino a 20 anni».
Ma?
«Ma il timore è questo muro di omertà da parte dei datori di lavoro non venga mai abbattuto. L’abbiamo
visto con la sentenza della ThyssenKrupp, quando dalla Confindustria sono arrivate parole di solidarietà e applausi per i condannati e non per le vittime del disastro e i loro familiari».
Eppure questa potrebbe essere una tappa fondamentale per la vostra
lotta.
«Certo, in questo momento sembra che un po’ di giustizia sia possibile. Ma c’è un intero sistema da abbattere. La nostra è una battaglia che
va avanti da anni, nonostante la, che per esempio spingono le aziende a risparmiare proprio sulla sicurezza. E qualche risultato lo stiamo portando a casa. Dobbiamo portarlo a casa se vogliamo
essere un Paese civile».
La richiesta di condanna per Schmideiny e de Marchienne segue di poche settimane un altro successo: le visite ai
familiari degli esposti. Come stanno andando?
«Il primo gruppo di mogli e compagne ha quasi terminato. Fra poco partiremo con il secondo».
Quali le prossime mosse?
«Vogliamo riuscire a estendere il Fondo
vittime dell’amianto, 50 milioni di euro sbloccati con tre anni di ritardo, anche a chi non si è ammalato sul posto di lavoro».
Anche qui, mogli e familiari?
«Sì. Al momento il regolamento attuativo
prevede un risarcimento solo a chi ha una rendita Inail. Il 30 giugno a Roma abbiamo strappato un impegno a diversi senatori e al sottosegretario Luca Bellotti: adottare un ordine del giorno che
modifichi il regolamento. Perché tutti gli esposti all’amianto hanno diritto a un risarcimento».
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xl pharmacy (martedì, 09 agosto 2011 19:14)
Mi sento solidale per la causa della lotta per condizioni di salute sul luogo di lavoro e questo è qualcosa che mi sento quasi come una vittoria per me, perché ho avuto l'esperienza di lavorare in luoghi dove il tuo datore di lavoro non si preoccupa per le vostre esigenze. E 'sempre bene conoscere questo tipo di risultati si stanno svolgendo in tutto il mondo. Congratulazioni!