La lotta dei cittadini e delle Associazioni delle vittime dell’amianto costringono il sindaco di Casale Monferrato a fare retromarcia.
Eternit, Casale rinuncia a risarcimento
Casale Monferrato - Alla fine l’“offerta del diavolo” è stata rifiutata. La giunta comunale di Casale Monferrato ha detto no alla proposta del magnate Stephan Schmidheiny, imputato nel processo per le migliaia di casi di morti e malattie da amianto. No al risarcimento da 18,3 milioni di euro che il miliardario svizzero ha messo sul piatto in cambio del ritiro della costituzione di parte civile e della rinuncia a qualsiasi azione legale in futuro. Determinante nella decisione è stato l’impegno preso nelle settimane scorse dal ministro della Salute Renato Balduzzi, tra i promotori di un articolato progetto nazionale di bonifica e ricerca scientifica sull’amianto e le malattie correlare che avrà al suo centro proprio Casale, la città che ha pagato il tributo più alto alle malattie provocate dal “minerale killer”: 1.800 morti e 50 nuovi casi di mesotelioma ogni anno.
La scelta del sindaco di Casale, Giorgio Demezzi, e della sua giunta, è stata sofferta, come lo era stata la decisione del consiglio comunale che il 17 dicembre aveva approvato l’atto di indirizzo che metteva la giunta nelle condizioni di accettare il maxi-risarcimento. Quella seduta, chiusa con 19 voti favorevoli e 11 contrari, era durata oltre sei ore ed era stata interrotta quattro volte per le proteste del pubblico. Il sì del consiglio aveva provocato roventi polemiche e amari commenti. Oggi il sindaco Demezzi spiega: «Abbiamo preso in considerazione l’offerta economica di Scmidheiny con due motivazioni: l’assoluta incertezza sui tempi e sulle somme che eventualmente avremmo potuto ottenere rimanendo parte civile nel processo e la certezza che comunque giustizia sarebbe stata fatta».
L’impegno del governo ha poi fatto pendere la bilancia dalla parte del no. «Nell’intervento del ministro Balduzzi - dice Demezzi - abbiamo colto la possibilità di ottenere da parte dello Stato impegni e programmi per fare fronte definitivamente e in maniera strutturata all’emergenza ambientale e sanitaria di Casale Monferrato». Si lavora per un accordo di programma tra i ministeri della Salute e dell’Ambiente e gli enti locali. «Il rinnovato impegno dello Stato - conclude Demezzi - apre una nuova fase che va oltre il proseguimento delle azioni di bonifica e il reperimento dei fondi necessari per la nuova discarica per l’amianto. Si attueranno iniziative anche nel campo della ricerca, della cura e della prevenzione del mesotelioma».
Il ministro Balduzzi approva la scelta di rinunciare all’offerta di risarcimento di Stephan Schmidheiny, patron dell’Eternit. «Con molto rispetto della piena autonomia del consiglio comunale - racconta a un quotidiano - gli chiesi se non riteneva di rivalutare a quella decisione tenendo conto delle ripercussioni sulla collettività di Casale, fino ad allora sempre unita». Peraltro, aggiunge Balduzzi, «l’ho fatto come ministro ma anche come cittadino: le cose si intrecciano. La questione amianto nel nostro Paese tende ad andare sotto traccia perché la sua gravità è impalpabile, le morti arrivano dopo anni, decenni. Ma io conosco bene Casale, ho avuto amici uccisi dal mesotelioma. E nel momento in cui pensavo a un rilancio nazionale del problema, la città simbolo di questa battaglia accettava quell’offerta...». Così invece Casale «diventa capofila di una battaglia storica» ed «entra in un percorso che fa della città e del Piemonte i punti di riferimento» sia per l’aspetto sanitario, (monitoraggio, sorveglianza, diagnosi precoci), che «può sfruttare fondi anche europei».
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