Dal 22 al 24 novembre si tiene a Venezia la Seconda Conferenza nazionale governativa sull’amianto. Riportiamo il comunicato stampa delle associazioni e dei Comitati (fra cui il nostro) che denunciano il poco spazio concesso alle associazioni delle vittime della fibra killer e il rischio, aggiungiamo noi, che si trasformi un una passerella elettorale di ministri, politici, ed “esperti” vari senza risultati concreti per le vittime e la popolazione.
COMUNICATO STAMPA: UNA CONFERENZA NAZIONALE ROVESCIATA
(Roma 21 novembre ore 11,30 - 14 Senato, via degli Staderari, 4 sala direttivo PD, introdurrà il sen. Felice Casson)
Il Ministero della Salute, congiuntamente al Ministero dell’Ambiente ha organizzato la Seconda Conferenza governativa sull’Amianto (la prima è stata celebrata nel 1999), dal 22 al 24 novembre, a Venezia. Ne prendiamo positivamente atto considerando che la proposta è stata espressa proprio dalla gran parte delle associazioni delle vittime e degli ex esposti all’amianto.
Purtroppo, però, ci siamo accorti che alla conferenza sono invitati esperti e rappresentanti politici, accordando ai diretti interessati (le vittime o chi li rappresenta e gli ex esposti) uno spazio alquanto scarso più che altro come testimonianza. Non era questo quello che intendevamo. Noi volevamo una conferenza “con gli esposti”, non una conferenza “sugli esposti”,
Non solo ma chiedevamo che questa fosse l’occasione per discutere delle decisioni che devono essere prese per salvaguardare la salute degli ex esposti, per trovare le forme migliori di cura per chi è stato colpito da una malattia derivante dall’amianto, per risarcire le vittime.
Ed è questa la ragione per cui abbiamo indetto questa conferenza stampa: chiediamo che il governo accolga le proposte già formulate – particolarmente quelle contenute nella mozione “Casson e altri”:Atto n. Senato 1-00680 Pubblicato il 12/9 2012, nella seduta n. 792. Esame concluso nella seduta n.680 dell'Assemblea (13/09/2012) - e le traduca in concreti atti normativi e finanziari.
In sintesi:
1-La prevenzione- per eliminare l’amianto dal territorio nazionale (32 milioni di tonnellate) si devono trovare i denari necessari. I siti di interesse nazionale, ovvero quelli più a rischio, devono essere bonificati, come è avvenuto a Casale Monferrato e a Balangero, deve avvenire a Broni (ex FIBRONIT) e in tutte le altre località dove erano presenti insediamenti industriali dove l’amianto era la materia prima o dove è stato fatto un largo uso. Pure l’amianto diffuso sul territorio, specialmente le coperture in eternit devono essere tolte, cercando di instaurare pannelli fotovoltaici e impianti solari. E non solo, si deve procedere a chiudere tutte le attività di estrazione di materiali che contengono amianto (ad esempio le cave di pietre verdi), come ha già fatto l’Emilia-Romagna.
2- La sorveglianza sanitaria ed epidemiologicae la ricerca clinica è un diritto e una risposta per chi, esposto all’amianto (per esposizione professionale, casalinga o ambientale) per anni non è stato informato dei rischi: finalmente c’è qualcuno che si occupa di lui e fa il massimo perché venga mantenuto in salute e riceva, in caso di malattia, le cure dovute, compresa l’assistenza psicologica. Deve essere svolta in tutte le Regioni con i medesimi obiettivi e le medesime metodologie, con poche e validate visite ed esami mirati, preceduti da un colloquio (counceling) e l’iscrizione in un apposito registro (Registro degli Esposti – anche in rapporto con le associazioni degli esposti). Per alcune patologie è possibile la diagnosi precoce (tumore della laringe, tumore del colon); per le altre patologie, allo stato purtroppo inguaribili (tumore del polmone e mesotelioma della pleura), devono essere fornite tutte le cure più corrette ed avanzate, e sviluppata la ricerca clinica nei più qualificati istituti pubblici nazionali ed internazionali operanti in rete con un efficace coordinamento. Gli istituti e i ricercatori devono essere privi di conflitti di interessi.
3- Il risarcimento alle vittime deve essere garantito. Il Fondo vittime dell’amianto deve essere destinato agli ex esposti non professionali; non di meno l’accesso alle altre forme di risarcimento previdenziale previste dalla legge per gli ex esposti, deve essere reso più semplice e più celere nelle risposte e deve essere superata l’attuale falsa inclusione dei militari. I riconoscimenti degli ex esposti all’amianto, come quelli per malattia professionale, devono poter essere concessi anche dai servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro (SPRESAL) delle A-USL.
Milano, 21/11/2012
Associazione Italiana Esposti Amianto – Milano; Medicina Democratica – Milano; Fondazione Ramazzini – Bologna;ISDE – Milano; Lega Ambiente – Roma; Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio Sesto S. Giovanni;Contramianto – Taranto; AFEA – La Spezia; Caveallamiantonograzie – Parma; Associazione Esposti Amianto Monfalcone, AREA – Oristano, Comitato Amianto Sicilia – Messina; EARA- Trieste
Per comunicazioni:
Fulvio Aurora 3392516050 - fulvio.aurora@virgilio.it;
06 6706 - segreteriacasson@senato.it ,
Michele Michelino 3357850799, cip.mi@tiscali.it
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claretta barbieri (domenica, 25 novembre 2012 22:20)
Che queste richieste siano presto accolte,per le bonifiche, per la prevenzione e la cura.Chiedo se c'è spazio per una richiesta: occuparsi di quello che sta per avvenire nella zona da cui scrivo.Sta per iniziare un progetto per Treni ad Alta Velocità.Sono previsti 12 milioni di mcubi di "smarino" contenente amianto in elevate quantità che viaggeranno al ritmo di 300 camion al giorno per 10 anni nella nostra valle.L'amianto trasportato andrà nell'aria.Non riusciamo nemmeno a immaginare l'ecatombe. Fra 10/15 anni cominceranno ad ammalarsi e morire di tumore le persone che hanno lavorato alla perforazione della galleria, e tutti quelli che "respirano".Pensiamo prima di tutto ai bambini. Inoltre questo materiale verrà versato nelle pianure circostanti.Chiediamo di fermare questo progetto che non tiene conto del diritto alla salute come sancito dalla Costituzione. Non lasciateci soli. Grazie