ThissenKrupp ridotte in appello
le condanne ai dirigenti.
Continua l’ingiustizia
Per la Corte d’Appello di Torino i responsabili dell’azienda in cui morirono il 6 dicembre 2007 bruciati vivi 7 operai sono colpevoli di omicidio colposo con colpa cosciente, ma non di dolo eventuale.
Con questa motivazione sono state ridotte le condanne per l’amministratore delegato Herald Espenhaln (da 16 anni e mezzo a 10) e degli altri cinque dirigenti a nove, otto e sette anni.
Immediatamente i famigliari, al grido di “che schifo”, “non c’è giustizia” hanno occupato per protesta l’aula per tre ore, lasciandola solo dopo le rassicurazioni del PM Guariniello che ripresenterà in cassazione la richiesta del dolo eventuale.
In un paese come l’Italia dove i morti sul lavoro sono da bollettino da guerra come dimostrano i dati, le istituzioni, la magistratura e l’Inail tendono a minimizzare il dramma della guerra di classe con sentenze accondiscendenti verso i padroni e i dirigenti assassini.
Proprio in questi giorni l’Inail ha annunciato in pompa magna il calo degli infortuni sul lavoro nel 2012 stimandolo in circa 870 casi, cifra subito smentita dalla Fillea- Cgil che ha criticato l’Inail per dare “dati virtuali”.
E’ vero che nella crisi molti cantieri ufficiali sono stati chiusi, ma come tutti sanno nell’edilizia il lavoro sommerso da sempre dilaga, ancor più nella crisi. Molti operai “regolarmente assunti” che s’infortunano sono costretti dai padroni a non denunciare gli infortuni, a mettersi in malattia, o ad accettare risarcimenti in nero. Dai dati risulta che a fronte di una diminuzione del 40% degli addetti iscritti alle casse edili, gli infortuni sono, infatti, schizzati a +13,25% e le morti a + 47,19%.
Questo per quanto riguarda solo il settore dell’edilizia.
L’Italia continua a essere il paradiso degli sfruttatori, degli evasori, e dei banchieri, cioè dei borghesi cui lo stato fornisce condizioni di riguardo a scapito della maggioranza della popolazione lavoratrice e dei proletari.
In questo paese la giustizia, i diritti, e gli interessi difesi dallo stato e dalle sue istituzioni sono quelli della classe borghese al potere.
In ricordo di tutti morti sul lavoro e di lavoro, a fianco dei loro famigliari contro la società dell’ingiustizia.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di lavoro e nel Territorio
Scrivi commento