trattative con l’INAIL, la lotta continua!
Dopo mesi di incontri infruttuosi, le lotte e le proteste contro l’Inail hanno conseguito alcuni primi risultati. La protesta contro l’INAIL di mercoledì 16 gennaio 2013 davanti alla sede regionale di Corso di Porta Nuova, 19 a Milano ha permesso di riaprire la trattativa per il riconoscimento dei contributi previdenziali agli ultimi 15 lavoratori della Breda Fucine ex esposti, investendo del problema il direttore generale Inail di Roma.
Sempre con la lotta abbiamo ottenuto che tre ex lavoratori - G. Sgrambiglia, A. Carbonaro e B. Russo- vincessero la causa al Tribunale di Milano, causa che è già passata in giudicato ed è definitiva. Anche A. Caputo ha vinto la causa a Monza. Ora la battaglia continua per far riconoscere tutti i lavoratori ancora in sospeso che hanno respirato fibre di amianto.
Per fare quindi il punto sulla trattativa
e decidere altre iniziative di lotta:
SABATO 23 marzo 2013 - ore 15,30 - ASSEMBLEA
presso il CENTRO D’ INIZIATIVA PROLETARIA “G. TAGARELLI”
Via Magenta 88 Sesto San Giovanni
O.d.G.:
1) Stato della trattativa con l’Inail e Informazione sulle cause legali contro l’INPS
2) Giornata mondiale contro l’amianto e preparazione del corteo-manifestazione di sabato 27 aprile in ricordo dei morti per amianto e altre sostanze nocive
3) Varie.
Chiediamo a tutti gli associati di partecipare numerosi insieme alle loro famiglie per onorare tutti i morti d’amianto e dello sfruttamento il prossimo 27 aprile 2013 (sabato), ore 16.00, Il corteo partirà dal Centro di Iniziativa Proletaria “G. Tagarelli” di via Magenta 88, Sesto San Giovanni, fino alla lapide di Via Carducci.
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Giornata Mondiale contro l’amianto
Il 28 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale contro l’amianto.
Ogni 5 minuti, una persona nel mondo muore a causa dell’amianto: 120.000 persone ogni anno nel mondo ne sono vittime. I danni provocati all’ambiente e agli esseri umani sono giganteschi.
Questa strage avrà il suo picco massimo attorno al 2020 – 2030.
In Italia ci sono circa 4.000 morti all'anno solo per tumori al polmone ed ai tessuti mesoteliali (pleure, peritoneo, ecc.). Fra i dati denunciati dalle vittime e quelli riconosciuti dall'Inail ci sono grandi differenze a svantaggio delle vittime. La strage provocata dall’amianto è uno dei più grandi “crimini di pace” del XX° secolo e in Italia sono ancora molte le questioni aperte: le bonifiche dei siti dismessi, delle coperture in cemento-amianto (si stima in circa 32 milioni di tonnellate), la chiusura delle cave di ofioliti (pietre verdi) che sono ancora aperte, nell'Appennino nord occidentale, in Calabria e in Valtellina (Lombardia), la bonifica delle reti degli acquedotti con decine di miglia di km. di tubazioni in cemento/amianto per l'acqua "potabile"!).
A 21 anni dalla legge 257 del 1992 non esiste ancora un’anagrafe degli ex-esposti amianto. La sorveglianza sanitaria non è stata applicata in tutte le regioni, e dove è fatta non esiste un protocollo unitario. Ormai è dimostrato scientificamente che l’amianto provoca decine di tumori, per cui occorre monitorare con mezzi non invasivi lo stato di salute degli esposti e riconoscere sul piano risarcitorio e penale i danni subiti, non limitandosi agli organi ed apparati bersaglio più noti ma estendendo i riconoscimenti delle patologie asbesto correlate anche, ai tumori gastroenterici, alla laringe, alla vescica e al rene, e molti altri come dimostrano recenti studi dei professori (Yoshiaki Omura , Giancarlo Ugazio e altri ancora).
Con la monetizzazione della salute e della vita umana accettata dai tribunali, attraverso i risarcimenti che oggi si riesce ad ottenere (sul piano penale, civile ed assicurativo, in alcuni casi eclatanti, per pochi), i padroni assassini si comprano l’impunità. L'Inail, l’Ente che deve riconoscere l’esposizione ad amianto e indennizzare il riconoscimento della malattia professionale, agisce in palese conflitto di interessi: è necessario quindi lottare per dare ad un organismo “neutro” tale compito. Anche L’Inps, pur di non pagare gli indennizzi, costringe le vittime a lunghe cause e addirittura ultimamente chiede al giudice la decadenza (prescrizione) delle cause avviate dopo tre anni.
Contro le discriminazioni è necessario riprendere la lotta con il nuovo governo o non governo (chiunque sia) per rimettere mano alla legge 257/92, per assicurare le maggiorazioni pensionistiche a chi non le ha avute, per i limiti previsti dalla normativa (pensiamo a chi è stato esposto "solo" nove anni e 11 mesi o è andato in pensione prima del 1992).
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23 marzo: manifestazione contro la TAV
Una delegazione del nostro Comitato sarà presente alla manifestazione nazionale NO TAV del 23 marzo in Val di Susa per ribadire la nostra solidarietà a chi lotta contro la TAV. Il traforo della montagna che contiene amianto e altre sostanze cancerogene è utile solo agli speculatori, all’Impregilo, alle imprese legate alla Compagnia delle Opere e alle Coop cosiddette “rosse”, che lucrano sulla pelle dei valligiani e dei lavoratori che devono perforare la montagna. Riportiamo un pezzo della relazione inviata al Ministro della salute Balduzzi dal prof. Ugazio e dal presidente del nostro Comitato. “ La canna del tunnel per il TAV è lunga circa 57 km (57.000 m), ha un diametro di circa 10 m, con la superficie della sezione pari a 52 m x 3,14 = 78,5 m2. . Il volume dello smarino rimosso e disperso potrebbe essere pari a 1.474 x106 m3. Giacche’ la perizia dei geologi dell’Università di Siena, depositata nel 2003, faceva ammontare la concentrazione media di asbesto nella roccia del monte Rocciamelone a qualche percento (verosimilmente tra 2 e 3%), questo parametro potrebbe equivalere a circa il 2,5%. Pertanto, l’asbesto dello smarino esposto avrebbe un volume di 111.850 m3 , pari a 29.032 [t], tenuto conto della densità dell’asbesto = 2,45 [t] / m3. Questa massa di asbesto interesserebbe una superficie di circa 8.090 km2 propria della Val di Susa e della provincia di Torino. Il carico specifico d’inquinamento da asbesto ammonterebbe a 3,588 [t] / km2, ben più’ di un ordine di grandezza rispetto alla media del territorio nazionale, con le prevedibili conseguenze per la qualità dell’ambiente e per le condizioni di salute della popolazione locale (90.000 Valsusini + 900.000 Torinesi) per altro potenzialmente esposti alle fibrille minerali sospinte dai venti occidentali che costantemente soffiano da ovest a est.”.
Rinnovo tessera 2013
Non deleghiamo a nessuno la difesa dei nostri interessi. Siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. La tessera, insieme alla partecipazione alle iniziative è la forma di appartenenza minima al nostro Comitato. Insieme alle sottoscrizioni dei soci, ci permette di essere indipendenti e autonomi, politicamente ed economicamente, da istituzioni, partititi politici, sindacati, e organismi religiosi. L’assemblea degli iscritti al Comitato ha deciso all’unanimità che ai soci che da 2 anni non rinnovano la tessera non verrà più inviato il bollettino informativo. Invitiamo quindi tutti a rinnovarla e a partecipare alla vita del Comitato. Il costo della tessera è di € 25 annue.
mail: cip.mi@tiscali.it http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com
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