Comunicato stampa
Morti per amianto alla Pirelli: il tribunale decide la riunificazione dei processi 2 e 3.
La Pirelli continua l’opera di compravendita delle parti civili, nel tentativo di comprarsi l’impunità , mentre gli operai continuano a morire.
Oggi 10 gennaio 2014 si sono svolte le udienze di due processi contro i dirigenti della Pirelli accusati della morte di una cinquantina di operai.
Alle ore 9,30 è cominciato nell’aula 5 del terzo piano del Palazzo di Giustizia di Milano il processo che vede sul banco degli accusati 10 dirigenti della Pirelli (già accusati nel primo processo in corso da mesi) della morte di 29 lavoratori.
Dopo i preliminari di rito, i difensori di 9 parte civili hanno comunicato al giudice che i loro assistiti ritiravano la costituzione di parte civile per aver raggiunto un accordo economico con la controparte. Il giudice su richiesta del P.M. ha deciso di riunificare gli ultimi due tronconi dei processi (2 e 3) in uno solo, rinviando la prossima udienza al 18 marzo alle ore 14.
Alle ore 10,40 nell’aula 6 dello stesso Tribunale, con altro giudice, è proseguito il processo iniziato nel 2012 contro 11 dirigenti della Pirelli di viale Sarca e via Ripamonti di Milano, accusati di omicidio colposo e lesioni gravi (sempre contumaci), accusati di aver provocato danni tra gli anni ’70 e ’80 a 24 operai (di cui solo 3 sono ancora vivi) che sono stati esposti alle fibre di asbesto e si sono ammalati. Durante l’udienza un avvocato delle vittime ha comunicato al giudice che il suo assistito - malato gravemente - è deceduto il 2 gennaio e che il capo d’imputazione andava cambiato da lesioni gravi a omicidio colposo, suscitando reazioni scomposte e sguaiate da parte di alcuni difensori dei dirigenti Pirelli.
Nella mattinata era prevista la testimonianza di 6 ex lavoratori della Pirelli, ma il P.M. ha comunicato che nel frattempo 2 testimoni erano deceduti. I quattro lavoratori rimasti sono stati concordi nel ricordare, ognuno a modo suo, che negli stabilimenti milanesi della Pirelli l'amianto era usato nelle mescole, nella vulcanizzazione delle gomme, nei tessuti, nel nerofumo, nella centrale elettrica, dove gli addetti usavano guanti d’amianto, ed era esteso e presente ovunque, perché veniva usato per coibentare tubature e impianti, e usato rimosso o installato senza alcuna precauzione dai lavoratori .
Ricordiamo che tra gli imputati figura anche Piero Sierra, 79 anni, che oltre ad essere ancora uno dei più importanti dirigenti della Pirelli, è anche presidente dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, associazione che finora ha difeso il suo presidente senza avere dubbi, e che non dimostra il minimo imbarazzo nell’avere un presidente accusato della morte per cancro di decine di operai. La Pirelli sta spendendo milioni di euro per risarcire le parti offese e civili e farle uscire dal processo. Con i soldi, monetizzando la salute e la vita umana, la Pirelli può comprarsi l’impunità, ma chi ha lucrato sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini per noi rimane un assassino.
La ricerca del massimo profitto da parte d’industriali senza scrupoli coperti da istituzioni complici e da politici e sindacalisti sul libro paga dei padroni ha portato alla morte decine di migliaia di persone. Siamo stanchi di aspettare una giustizia che non arriva mai e quando arriva è tardiva. Il nostro Comitato insieme alle associazioni che resistono e non si fanno comprare, e che da sempre lottano per la difesa della salute e della vita umana, si batte e si adopererà per una severa condanna dei dirigenti colpevoli che serva da monito per il futuro.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
e-mail:cip.mi@inwind.it http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com
Sesto San Giovanni, 10 gennaio 2014 cell. 3357850799
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