VENERDI 14 MARZO ALLE ORE 20,30, PRESSO LA SALA “EX CULTURA” AL PIANO TERRENO DEL MUNICIPIO DI CODOGNO – VIA VITTORIO EMANUELE, 4
ASSEMBLEA PUBBLICA
Intervengono: Esponenti dell'Assemblea “29 Giugno” di Viareggio fra cui Riccardo ANTONINI ferroviere licenziato da FS per “conflitto di interessi”
Michele MICHELINO presidente del "Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
Conclude Ivo BATA' dell'Associazione Culturale “Spazio Popolare La forgia”
No alla politica dell'abbandono
Sì alla sicurezza del trasporto ferroviario
La tragica morte di un ragazzo di sedici anni, travolto da un treno il 21 dicembre scorso alla stazione di Santo Stefano Lodigiano non è, purtroppo, che uno degli episodi causati dalle drammatica condizione in cui versano le ferrovie italiane. Fatti tragici di questo tipo che colpiscono utenti, cittadini inermi e lavoratori del trasporto ferroviario sono all'ordine del giorno e lasciano dietro una scia di morti, feriti e invalidi che i responsabili nascondono dietro la scusa dell'errore umano.
In realtà la vera causa di questi drammi sta nello stato di abbandono e nella mancanza di adeguati livelli di sicurezza degli impianti ferroviari, delle linee e dei treni del nostro paese, nella carenza di personale sui treni e nelle stazioni sempre più trascurate che lasciano i viaggiatori senza assistenza, nella logica delle privatizzazioni e degli appalti, logica che considera il trasporto non più come un servizio pubblico ma come affare su cui fare profitto, a scapito di un servizio sicuro e dignitoso.Lasciato operare nella logica dei suoi interessi, il capitale viene investito dove può trasformarsi in maggiore profitto. In questa logica lo Stato, anziché indirizzare gli investimenti verso opere che rispondono a utilità sociale, compie scelte tese a favorire il profitto dei privati; diventa così inevitabile il sempre maggior degrado del servizio pubblico.
Opere faraoniche, come l'Alta Velocità, non corrispondono alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini, ma arricchiscono i soliti noti, consumano le risorse che sarebbero necessarie per migliorare i servizi e garantire la sicurezza.
Mentre da una parte si può andare da Milano a Roma in poco più di tre ore, dall'altra tra Savona e Ventimiglia, così come tra Treviglio e Cremona, si viaggia ancora sul binario unico e fra Milano e Piacenza, come su tutte le linee utilizzate dai pendolari, si registrano soppressioni e ritardi che raddoppiano il tempo di percorrenza, locomotori che si guastano con una frequenza incredibile, vetture sporche, gelide d'inverno e torride d'estate, stazioni desertificate e vandalizzate, dove è impossibile procurarsi il biglietto né avere le informazioni necessarie per i viaggiatori, apparecchi che dovrebbero annunciare l'arrivo e il transito di treni che non funzionano, sottopassi che spesso sembrano fogne prosciugate, ma che talvolta ospitano liquami non defluiti da mesi e immondizia, assenza assoluta di sorveglianza finalizzata alla sicurezza. Eppure biglietti e abbonamenti costano sempre di più, pesano sulle sempre più misere tasche di lavoratori e cittadini.
Un ragazzo è morto, nel nostro territorio, travolto dal treno, fatti analoghi continuano ad accadere in altri luoghi e potrebbero accadere ancora anche qui. Rivendicare la sicurezza un servizio efficiente e quindi le scelte necessarie a realizzarli, significa pretendere che ciò non accada più, pretendere che i lavoratori delle ferrovie e degli appalti ferroviari possano uscire per recarsi al lavoro sicuri di tornare alle loro case, pretendere che i lavoratori pendolari alla fatica del lavoro e del trasporto non siano più costretti a subire anche quella dei ritardi e dei disagi.
SPAZIO POPOLARE “LA FORGIA” Via Mazzini, 24 Bagnolo Cremasco
* Il 29 giugno 2009 il primo vagone-cisterna di un treno merci carico di 35000 litri di GPL deraglia nei pressi della stazione di Viareggio, il gas liquido fuoriuscito esplode dopo essersi diffuso invadendo vie, case e cortili, 32 le vittime. L'Assemblea 29 giugno, promossa da ferrovieri, è un organismo sostiene la lotta per ottenere giustizia e verità. Riccardo Antonini è stato licenziato il 7 novembre del 2009 “colpevole” di essersi battuto, a questo scopo, a fianco dei famigliari delle vittime.
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