LOMBARDIA ANCORA PRIMA IN
ITALIA PER NUMERO DI MORTI BIANCHE NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2015.
SONO 37 LE VITTIME RILEVATE IN OCCASIONE DI LAVORO DA GENNAIO AD APRILE. E SALGONO A 51 CONSIDERANDO ANCHE I DECESSI AVVENUTI IN ITINERE. A MILANO IL FULCRO DELL’EMERGENZA CON 13
INFORTUNI MORTALI. SEGUONO: BRESCIA (11), VARESE (6), BERGAMO, CREMONA, PAVIA, LODI (4), MONZA E SONDRIO (2) E MANTOVA (1).
LA MAGGIOR PARTE DEI LAVORATORI DECEDUTI ERANO QUARANTENNI E CINQUANTENNI (28 SU 51). IL SETTORE MANIFATTURIERO QUELLO PIU’ COLPITO. 4 LE DONNE MORTE NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2015 E 14 I
LAVORATORI STRANIERI.
La
Lombardia è la prima regione per numero di morti bianche anche nel primo quadrimestre 2015. Sono 37 le vittime rilevate in occasione di lavoro da gennaio ad aprile su un totale di 269 decessi
registrati in tutto il Paese.
E gli infortuni mortali in
Lombardia salgono a 51 considerando anche quelli avvenuti in itinere (in Italia si arriva a 305 considerando anche quelli in itinere).
Sono questi i dati che giungono dall’ultima indagine condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail, che evidenziano ancora una volta
l’emergenza morti bianche nella nostra Penisola e soprattutto in Lombardia.
Una mappatura tragica e
dettagliata che vede la provincia di Milano come quella più colpita con 13 vittime rilevate nel primo quadrimestre 2015 (2 delle quali registrate in itinere), seguita da Brescia con 11 morti
bianche (delle quali 6 in itinere), da Varese (6 vittime – 1 delle quali in itinere), da Bergamo, Cremona, Pavia, Lodi (4), Monza e Sondrio (2) e Mantova (1).
E anche nella graduatoria nazionale che definisce il numero di vittime in “occasione di lavoro” - escludendo quindi i decessi in itinere – il capoluogo lombardo risulta tra le province
maggiormente colpite nel nostro Paese. Con le sue 11 vittime in occasione di lavoro è seconda solo a Roma che ne conta 12.
Per quanto riguarda l’età
delle vittime in Lombardia l’Osservatorio Vega Engineering sottolinea come siano quarantenni e cinquantenni i più coinvolti; sono 28 su 51 per la precisione i lavoratori deceduti che avevano
un’età compresa tra i 40 e i 59 anni.
Intanto, il settore maggiormente provato dalle morti bianche è quello delle attività manifatturiere, dove si contano 9 vittime su 51; ed è seguito da quello dei trasporti e magazzinaggi (8
infortuni mortali), e dalle costruzioni (7).
Una mappatura precisa, dunque, in cui emerge nitido purtroppo un altro dato, ovvero quello delle morti sul lavoro che coinvolgono le donne. E sono 4 le lavoratrici che hanno perso la vita in Lombardia da gennaio ad aprile 2015 (2 delle quali in itinere). In Italia, invece, le donne decedute in occasione di lavoro nel primo quadrimestre 2015 sono 13.
Altro risultato significativo
riguarda poi i lavoratori stranieri. Da gennaio ad aprile sono state registrate 14 vittime (5 delle quali in itinere). A livello nazionale gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono stati
33.
Diversa, infine, è la situazione quando si osservano le incidenze di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa. Perché la Lombardia con un indice di 8,6 è ‘finalmente’ al di sotto della
media nazionale di 9,9.
I dati sopra citati sono disponibili attraverso la pubblicazione mensile sul sito www.vegaengineering.com.
Ci auguriamo che il comunicato e le tabelle statistiche possano diventare un utile strumento di lavoro per Voi e che possano trovare diffusione al fine di contribuire a diffondere la cultura della sicurezza tramite una diffusa sensibilizzazione.
Annamaria Bacchin
Ufficio
Stampa - Dott.ssa Annamaria Bacchin |
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