Pubblichiamo l’intervento di Rossella Luongo alla presentazione del libro Amianto morti di “progresso” sabato 9 aprile al Centro di Iniziativa Proletaria "G. Tagarelli" a Sesto San Giovanni
Buon pomeriggio a tutti,
Mi chiamo Rossella e sono vedova, da tre anni sono la vedova di un uomo ucciso dall'amianto, mio marito si chiamava Tiberio Paolone e la sua storia, la sua malattia, sono state scelte e raccontate in un capitolo del libro che siamo qui a presentare questo pomeriggio.
Volevo innanzi tutto ringraziare gli autori, per ciò che hanno scritto e raccontato in questo libro, purtroppo - oggi – e voi lo sapete bene, di amianto non si parla abbastanza, sono quindi benvenute le iniziative come questa, dove si raccolgono testimonianze e si raccontano le numerose lotte fatte in questi ultimi anni per dare giustizia dov'è mancata e dove manca ancora oggi. Li ringrazio perché, con questo libro, danno risalto a quel mondo sommerso che sono le vittime da esposizione all'amianto.
vittime da esposizione all'amianto.
La mia singolare e forse sfortunata esperienza familiare - purtroppo comune a molte altre........ haimè troppe - mi ha fatto conoscere da vicino questo mondo di poche speranze, di sofferenza, di stupore e di incredulità, si incredulità, perchè capita spesso agli ammalati, di scoprire d'aver respirato o di aver maneggiato amianto senza saperlo, oppure d'aver giocato, camminato, vissuto, accanto alle fabbriche di morte o ai comunissimi tetti in eternit, e così, d’avere contratto la malattia.
Ho conosciuto un mondo di tanti, fatto di sopravvivenza a tempo determinato, legata ad una tac da fare ogni tre mesi, un residuo di vita scandito dalla consapevolezza che non c'è cura e non c'è scampo, è solo una questione di tempo, di mesotelioma pleurico si muore.
Questo libro secondo me, è la denuncia inequivocabile che nel passato la reale pericolosità dell'amianto non si conosceva, la conoscenza era appannaggio di pochi e spesso chi sapeva ha taciuto per mero profitto personale. Costoro si sono resi responsabili di tutte le morti che ci sono state, e di quelle che ancora ci saranno, si perché l'amianto è ancora diffusissimo in tutto il territorio e il danno ambientale permane e tanti muoiono ancora.
Pensate che, fino alla fine degli anni '80, l'Italia è stata il secondo maggior produttore europeo di amianto, il primo per l'amianto crisotilo - una delle forme più pericolose - nonché uno dei maggiori utilizzatori del minerale. Dal dopoguerra fino alla messa al bando nel 1992, si stima che l'Italia abbia prodotto circa 4 milioni di tonnellate di amianto grezzo e ne ha importate almeno più di un milione.
Una montagna di fibra killer che - in varie forme e manufatti - è stata sparsa per il territorio italiano e che in gran parte è ancora lì da bonificare, magari si trova ben nascosta nelle nostre case, un'ipoteca pesantissima sul futuro di centinaia di migliaia di persone, perché - signori - basta pochissimo, basta una concentrazione superiore a 1 fibra per litro di atmosfera, per creare un rischio per la salute.
Conosco bene le lotte che il vostro comitato fa e ha fatto in questi ultimi anni sia a livello locale che nazionale e diciamolo.......va reso merito alle donne e agli uomini che ne fanno parte, per la tenacia e la costanza che vi contraddistinguono non solo nelle piazze ma anche nei tribunali e nelle sedi istituzionali, tenacia che supporta i momenti in cui ci si scontra con la burocrazia e la macchina amministrativa pubblica, intricata, complessa, arretrata e a volte, ingiusta.
Spesso si è stanchi di dire sempre le stesse cose, senza essere giustamente ascoltati, spesso la rabbia iniziale, lascia il posto alla rassegnazione, alla vita che scorre veloce, dura e impietosa e che non si ferma mai - e che i nostri cari, purtroppo, non vedono più. La rabbia e la collera però, possono trasformarsi in impegno, impegno affinché si conosca la pericolosità di questo minerale e allora, allora non si può fare a meno di pensare ai malati e alle vittime che verranno, nella speranza che si potranno evitare dando consapevolezza e bonificando l'amianto ancora presente nelle nostre vite.
Quindi……. ecco il compito di questo testo, occorre raccontare - bisogna far sapere, è necessario sensibilizzare, spiegare, far vedere, con qualunque mezzo o sistema e bisogna chiedere giustizia per i morti, i loro familiari e gli ammalati.
“Giustizia”.
Nascosta tra le righe di questo libro, questa parola c’è, traspare, si percepisce e si ricerca. Si racconta la grande ingiustizia di un progresso mancato, pagato a caro prezzo, con tante vite umane, che ha arricchito solo i padroni e c'è in fondo, in fondo, la consapevolezza che la battaglia è ben lontana dall'essere vinta.
E allora vorrei qui ripetere una frase contenuta nella prefazione del libro che mi è piaciuta molto e che secondo me è l’essenza, l’estratto di quello che il libro vuole significare: “Quando la legge difende l’ingiustizia, ribellarsi è giusto e la resistenza diventa un dovere”
Grazie a tutti.
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