Angela
Calzoni
Tutti assolti. Si è concluso così il processo a carico di otto ex manager dell'Ansaldo Breda di Sesto San Giovanni per la morte di 12 ex operai che per anni hanno lavorato in stretto contatto con
l'amianto dagli anni Settanta al 1985.
Gli ex dipendenti del gruppo sono morti per patologie come mesotelioma pleurico o tumori polmonari, causate dalla prolungata esposizione all'amianto negli stabilimenti della Stalingrado
d'Italia.
Il pm Nicola Balice aveva chiesto di condannare a pene che andavano dai 4 e 11 mesi ai 2 anni di carcere tutti gli imputati, che facevano parte del consiglio di amministrazione della Breda e l'ex
direttore di produzione della fabbrica di Sesto San Giovanni, accusati a vario titolo di omicidio colposo e lesioni. I giudici della nona sezione penale, invece, hanno deciso di assolvere tutti e
otto gli ex dirigenti. Si tratta di un verdetto in linea con altre sentenze prese da altre sezioni del Tribunale di Milano in casi analoghi di ex dipendenti di grandi gruppi deceduti per malattie
correlate all'esposizione all'asbesto.
Reazioni forte da parte dei parenti delle vittime hanno accompagnato la lettura della sentenza. I familiari degli operai morti, i rappresentanti delle associazioni a difesa dei morti di amianto
hanno protestato gridando: «Vergognatevi, ancora un'ingiustizia». In aula è stato anche esposto uno striscione con scritto: «Per ricordare tutti i lavoratori uccisi in nome del profitto».
Presente in aula anche Michele Michelino, portavoce del comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro. «Questa - ha detto - è giustizia di classe. La legge è uguale solo per chi ha i
soldi. Al Tribunale di Milano le vittime pagano e gli assassini restano impuniti. Chi muore per l'amianto può continuare a morire, tanto nessuno pagherà mai».
Venerdì 16 Giugno