AMIANTO ALLA SCALA DI MILANO: IL NOSTRO COMITATO AMMESSO COME PARTE CIVILE
Oggi 8 settembre al Palazzo di Giustizia si è tenuta l’udienza del processo Amianto al Teatro alla Scala che vede come imputati rinviati a giudizio 5 dirigenti del Teatro, accusati della morte di 10 lavoratori a causa dell’amianto.
Fra i deceduti a causa della fibra killer insieme agli operai, anche l’ex pianista e celebre direttore d’orchestra Edoardo Muller e una cantante, entrambi morti per mesotelioma pleurico. Il giudice Gloria Maria Gambitta all’inizio dell’udienza ha sciolto le riserve sulla richiesta di ammissione delle parti civili nel processo che si erano presentate nell’udienza del 31 maggio e ha letto l’ordinanza con cui ammetteva le parti civili.
Il nostro Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Medicina Democratica e l’Associazione Italiana Esposti amianto difesi dall’avvocata Laura Mara, sono stati ammessi come parti civili insieme con altre associazioni (il Comitato Ambiente e Salute del Teatro alla Scala, il sindacato CUB Informazione Spettacolo, la CGIL, INAIL e ATS (ex ASL).
Durante l’udienza sono stati formalizzati anche i responsabili civili (Fondazione Teatro Scala e Centro Diagnostico Italiano).
Ora il processo dovrà accertare le responsabilità personali degli imputati. L’accusa formulata dal Pm Maurizio Ascione contro i dirigenti è di omicidio colposo plurimo. Secondo il Pm i dirigenti pur essendo a conoscenza della presenza dell’amianto nel Teatro e conoscendo la pericolosità mortale di queste fibre, non hanno protetto adeguatamente i lavoratori: negando le informazioni obbligatorie, non bonificando tempestivamente gli ambienti di lavoro, non fornendo adeguati mezzi di protezione. Inoltre le ristrutturazioni avvenute senza la bonifica completa di tutti gli ambienti e delle attrezzature nonché le cartelle cliniche hanno reso evidente l’origine “professionale certa” di malattie mortali come il mesotelioma della pleura o il carcinoma polmonare e hanno portato all’imputazione di omicidio colposo per i manager.
Nella prossima udienza del 26 settembre, ci sarà apertura della fase dibattimentale e saranno sentiti i primi due testi del PM
Anche se tutte le recenti sentenze del Tribunale di Milano hanno assolto i colpevoli di questa strage che continua a uccidere ex lavoratori e cittadini innocenti condannando chi chiede giustizia anche alle spese legali, noi non ci arrendiamo. Non abbiamo nessuna fiducia nello stato e nelle sue istituzioni, ma continuiamo la lotta, nei luoghi di lavoro, nel territorio e anche nelle istituzioni (compresa la magistratura) complici di questa mattanza per noi i nostri figli e nipoti e per salvaguardare la salute e la vita umana di tutti. Contro l’ingiustizia combattere e resistere non è solo un diritto, ma un dovere.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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