MORTI SUL LAVORO NELLA GUERRA DÌ CLASSE FRA CAPITALE E LAVORO. PER I CAPITALISTI IL PROFITTO PRIMA DELLA SICUREZZA.
Secondo i dati resi noti dall’INAIL più infortuni sul lavoro nel 2018 i morti sono stati 1133 con un aumento del 10% rispetto al 2017.
I dati dell’Istituto registrano anche una crescita delle denunce d’incidenti e vittime in ambito lavorativo e di patologie di origine professionale denunciate, che sono state quasi 60mila.
Nel dettaglio i dati Inail relativi al 2018 su infortuni e morti sul lavoro, registrano che le denunce di infortunio tra gennaio e dicembre 2018 sono state 641.261 (+0,9% rispetto al 2017, quando erano state 635.433). Di queste, 1.133 con esito mortale (+10,1%, ossia 104 in più rispetto alle 1.029 del 2017).
I padroni nella ricerca del massimo profitto sfruttano al massimo i lavoratori e risparmiano anche pochi centesimi sulla sicurezza non esitando a mandare a morte consapevolmente migliaia di lavoratori. Non è un caso che anche le patologie di origine professionale sono in aumento: quelle denunciate nel 2018, sono state 59.585 (+2,5%, pari a 1.456 casi in più rispetto ai 58.129 dell'anno precedente).
Secondo Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro e i dati INAIL sono sottostimati perché i lavoratori morti nel 2018, contando i morti sulle strade e in itinere, considerati dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro, arrivano a oltre 1450 lavoratori morti per infortuni.
Un bollettino di guerra che non accenna a fermarsi. Nonostante le chiacchiere del capo dello stato Mattarella, del governo del “cambiamento” lega e 5stelle, e delle istituzioni non esiste sicurezza sui posti di lavoro. I morti sul lavoro dall’inizio del 2019 a oggi 29 gennaio sono già 45. Persone, esseri umani usciti al mattino, per andare a guadagnare il pane per i loro cari e mai più tornati e, almeno altrettanti lavoratori sono morti sulle strade e in itinere.
Ormai da molto tempo i sindacati confederali CGIL-CISL-UIL-UGL, sono diventati i principali sostenitori dell’economia capitalista e dello sfruttamento operaio a cui subordinano gli interessi operai e la sicurezza sul lavoro. A questi sindacati di regime recentemente si sono accodati anche alcuni sindacati extraconfederali o di base che in cambio di un piatto di lenticchie si sono venduti. Ex sindacati di base (lampante è l’esempio dell’UsB su ILVA di Taranto) che hanno abbandonato il loro ruolo conflittuale, anticapitalista di difesa degli interessi operai e, che pur di avere una rappresentanza riconosciuta dai padroni e sedersi ai tavoli di trattativa vengono meno al loro ruolo conflittuale di lotta contro lo sfruttamento capitalista. Sindacati che vanno ai tavoli di trattativa non certo per rappresentare gli interessi operai e proletari ma i loro interessi di organizzazione usufruendo di permessi sindacali, distacchi e altri privilegi che il padrone concede ai suoi servi. Gli operai disorganizzati, con sindacati venduti e senza un loro partito che difenda i loro interessi, sono solo carne da macello per i padroni.
E’ L’AUMENTO DELLO SFRUTTAMENTO LA CAUSA PRINCIPALE DELL’AUMENTO DEGLI INFORTUNI, DEI MORTI SUL LAVORO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI.
LA SALUTE E LA SICUREZZA DÌ MILIONI DÌ LAVORATORI VALGONO PIU’ DEI PROFITTI DEI PADRONI
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio,