11 OTTOBRE L’IPOCRISIA DELLO STATO nella giornata internazionale in memoria dei lavoratori morti o feriti sui luoghi di lavoro.
Ogni anno nel mondo circa due milioni di persone muoiono a causa di un incidente sul lavoro o per malattia professionale, fra cui 12 000 minori. Su 250 milioni di infortuni 335 000 sono mortali : 170 000 nel settore agricolo, 55 000 nel settore minerario e 55 000 nelle costruzioni. Oltre 100 000 i decessi causati dall’amianto, dati (’ILO).
In Italia ogni giorno per infortuni su lavoro perdono la vita 4 lavoratori, più di 1400 ogni anno, altre decine di migliaia rimangono invalidi permanenti e perdono per la vita per malattie professionali, altri ancora per disastri ambientali evitabili con una normale prevenzione. Dal nord al sud il bollettino di guerra riporta giornalmente il numero dei morti e dei feriti, operai e lavoratori mandati al macello per il profitto. Per sminuire la gravita di questo massacro e le loro responsabilità, la Confindustria, il governo, i sindacati di regime e le istituzioni, chiamano queste stragi “morti bianche”, morti sul lavoro, come se essi non avessero nessuna responsabilità.
Nell’ultimo decennio sono stati registrati più di 17.000 lavoratori morti sul luogo di lavoro. Numeri impressionanti, drammatici; più morti sul lavoro che in una guerra.
Gli incidenti sul lavoro in Italia hanno fatto più morti fra i lavoratori che fra i soldati della coalizione occidentale della 2° guerra del Golfo.
Tutti i governi di qualsiasi colore e i sindacati filo padronali hanno permesso che il capitalismo potesse disporre a suo piacimento della forza lavoro accrescendo i propri profitti. Il risultato è che il lavoro è diventato sempre più precario, senza protezioni e sicurezza; sottoponendo a continuo ricatto la forza-lavoro è aumentato lo sfruttamento e il totale disprezzo per la salute dei lavoratori: il “lavoro” è così diventato fonte di alienazione, di disperazione, di povertà, di morte per migliaia di lavoratori.
Nel capitalismo la vita degli operai per i padroni non vale niente; per ottenere il massimo profitto risparmiano anche i pochi euro necessari a fornire misure di protezione individuali e collettive, mandandoli consapevolmente a morte certa.
Il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, il ricatto occupazionale, la mancanza di un’organizzazione politica e sindacale di classe, proletaria, lascia i lavoratori completamente alla mercé dei padroni.
Nel sistema capitalista tutte le istituzioni, i sindacati collaborazionisti e di regime che “rappresentano i lavoratori”, considerano legittimo e legale lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; quindi perché “ostacolare il progresso” da cui traggono le briciole e i loro privilegi? D’altra parte ogni giorno ci sono decine di morti sul lavoro e per malattie professionali, migliaia gli operai e i lavoratori che ogni anno sono assassinati sul posto di lavoro e scioperare per costringere i padroni a bonificare gli ambienti e rispettare le misure di sicurezza antinfortunistiche significherebbe far perdere ai padroni decine di migliaia di ore di profitti.
La contraddizione fra capitale e lavoro fa morti, feriti e invalidi ogni giorno.
E’ arrivato il momento per tutte le vittime del profitto, lavorativo o ambientale, di scendere in piazza uniti a difesa della nostra vita, della nostra salute e quella del pianeta, per gridare forte la nostra protesta, unendo le lotte di tutte le vittime del profitto, sia del movimento operaio per la salute e la sicurezza, sia quelle sociali dei famigliari delle stragi, ponti che crollano, case e scuole, disastri ambientali (che hanno responsabilità ben precise) riconoscendole tutte come stragi del profitto.
Dobbiamo lottare affinché tutti i morti per il profitto siano considerati crimini contro l’umanità.
LAVORIAMO PER ORGANIZZARE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE OPERAIA E PROLETARIA, SOCIALE A ROMA CONTRO IL GOVERNO, CONFINDUSTRA E IL SISTEMA DÌ SFRUTTAMENTO CAPITALISTA CHE UCCIDE GLI ESSERI UMANI E LA NATURA.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio