IL MITO DELLA COMUNITÀ SCIENTIFICA E’ UN GRANDE INGANNO
In una società dove i ricchi diventano sempre più ricchi a scapito dei poveri, i governi usano la scienza e la cosiddetta comunità scientifica per inebetire le classi sottomesse e renderle obbedienti al potere della classe dominante.
Il mito della comunità scientifica è diventato una formula mistica, un ritornello moderno molto usato, non solo in ambito scientifico e giornalistico, ma anche tra la popolazione.
Un esempio è dato dalla task force composta da un contingente multidisciplinare di esperti, scelti in collaborazione con il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità con il compito di supportare il Governo e gli altri pubblici decisori nella definizione di politiche di contenimento del contagio da Covid-19.
L’idea alla base è che ci sia quest’organo collegiale che vigila sulla giustezza delle scoperte scientifiche fino ad arrivare a coprire con la sua benefica influenza anche scelte politiche. Insomma un bel tappeto comodo sotto cui gettare tutti i dubbi che possono sorgere su scoperte scientifiche, loro applicazioni pratiche e derivanti legiferazioni in merito.
In una società divisa in classi sociali con i governi nelle mani dei rappresentati delle grandi multinazionali/transazionali, degli industriali, della finanza e delle banche, la presunta neutralità e pluralità della scienza è inesistente.
Non c’è da stupirsi che il capo editore della rivista scientifica Lancet (una delle più autorevoli) abbia dichiarato che “…gran parte della letteratura scientifica, forse la metà, può semplicemente essere falsa”.
Nessun settore importante dal punto di vista politico o economico è esente dalla creazione di potentati più o meno oligarchici che tentano di far prevalere la loro volontà e i loro interessi.
La ricerca indipendente è semplicemente strozzata, la stragrande maggioranza delle ricerche è finanziata da aziende private, sia per quanto riguarda l’attendibilità dei risultati, sia perché la ricerca è indirizzata a ottenere risultati spendibili sul mercato, non socialmente utili. Ad esempio lo stimolo può essere verso ricerche che portino a nuovi prodotti medici riguardanti patologie che statisticamente colpiscono pazienti con alto reddito oppure ricerche su temi che possano distrarre dai potenziali rischi di altri prodotti già in commercio.
Quando si parla di scienza, sia che lo faccia uno scienziato che un non addetto ai lavori, si ha sempre l’idea di parlare di qualcosa di super partes che non ha a che fare con la fallibilità umana, col conflitto d’interessi, con l’economia, con l’egemonia, con il capitalismo, con l’utilitarismo, con il produttivismo, ecc.
Questo è il grande errore.
È come se pensassimo che, siccome il sistema giuridico si basa sul concetto de “la legge è uguale per tutti”, allora conseguentemente la magistratura e tutto il sistema giuridico siano esenti da corruzione, errori, impedimenti, pressioni di potere.
Nel capitalismo, la scienza, la medicina, le leggi i governi e le istituzioni sono espressione delle dinamiche economiche capitaliste, industriali, produttivistiche, politiche e militari; sono al suo servizio sostenendo i loro interessi e le decisioni ricevendo in cambio per i servizi lauti compensi.